Come ben sappiamo, il cibo che ingeriamo ha bisogno di esser scomposto per poter essere assimilato ed utilizzato per le funzioni vitali dell’organismo. Le diverse trasformazioni avvengono in diversi punti dell’apparato digerente.
Nello stomaco ad esempio avvengono una serie di processi che portano principalmente alla digestione di grassi e proteine. Perché questi processi avvengano interviene l’acido cloridrico a rendere l’ambiente notevolmente acido.
Talvolta, il cardias (la valvola anche nota come sfintere esofageo inferiore che regola il passaggio del cibo ingerito dall’esofago allo stomaco) potrebbe avere una disfunzione e rimanere aperto, consentendo così il passaggio a ritroso degli alimenti parzialmente digeriti e dei succhi gastrici. I succhi gastrici, estremamente acidi, andranno ad irritare le mucose esofagee non adatte a tollerare tale acidità. Si può parlare quindi di reflusso gastroesofageo! Il reflusso può verificarsi sporadicamente o costantemente.
MRGE: Malattia da Reflusso Gastroesofageo
Possiamo distinguere una condizione patologica, la cosiddetta malattia da reflusso gastroesofageo, qualora il reflusso si presenti:
- con elevata frequenza
- in ingente quantità
- con eccessiva acidità.
Questo disturbo può talvolta avvenire in maniera asintomatica ma molto più frequentemente è caratterizzato dal classico bruciore esofageo (dietro lo sterno) spesso associato alla sensazione di rigurgito. Altri sintomi sono una tosse stizzosa e la necessità di schiarirsi ripetutamente la voce.
Le cause della MRGE
Come detto, la causa principale del reflusso è un malfunzionamento della valvola Cardias, ma osserviamo anche altre cause:
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- Malfunzionamento del Cardias
- Rallentato svuotamento dello stomaco
- Schiacciamento addominale
- Gravidanza
- Obesità
- Pressione intra-addominale
Gravidanza e obesità, al pari dello schiacciamento addominale, rendono più difficile la discesa del chimo (il cibo digerito dallo stomaco) verso l’intestino e favoriscono anzi una risalita di questo composto.
Lo svuotamento gastrico avviene in tempi scanditi dal corretto funzionamento dell’apparato digerente e dal tipo di cibo ingerito. Risulta banale ma alcuni alimenti hanno infatti bisogno di più tempo. Maggiore sarà lo stazionamento nello stomaco e maggiori probabilità ci saranno che il cardias permetta il transito inverso.
La pressione intra-addominale può esser causata, oltre che dai suddetti fattori esterni quali il sovrappeso, anche da un’eccessiva produzione di gas intestinale. Questo ci mette di fronte ancora una volta al coinvolgimento dell’intestino ed in particolare della SIBO in processi infiammatori dislocati in punti lontani del nostro organismo.
Conseguenze del reflusso
Casi sporadici di reflusso hanno molto difficilmente conseguenze in quanto il nostro organismo è spesso in grado di auto-ripararsi. Quando ci troviamo di fronte alla MRGE, la mucosa dell’esofago viene danneggiata e l’epitelio dell’esofago (le sue pareti) resta esposto agli acidi gastrici subendo delle trasformazioni nel tentativo di difendersi. Queste trasformazioni, dette metaplasie, creano una condizione detta “esofago di Barrett” (dal nome del chirurgo Norman Barrett che per primo la descrisse).
Tale condizione è considerata pre-cancerosa in quanto le cellule di questo epitelio anomalo tenderanno a riprodursi in maniera incontrollata dando il via ad un tumore dell’esofago.
Come intervenire?
Rileggendo le cause del reflusso quali gravidanza ed obesità, è semplice considerare la perdita di peso come il primo passo per eliminare sintomi ed evitare le temute “trasformazioni”. Eliminare una massa addominale che preme sullo stomaco renderà più semplice ed efficiente la peristalsi del chimo verso l’intestino. Qualora la massa fosse interna e dovuta alla SIBO si interverrà come spiegato nell’articolo specifico.
Occorre inoltre considerare che in base alla propria composizione molecolare (per semplicità possiamo riassumere in base al contenuto di grassi, proteine, zuccheri, ecc) ogni alimento ha necessità di “sostare” nello stomaco più o meno tempo. Come già detto, all’aumentare del tempo aumenta anche il rischio di reflusso.
In tutte le altre situazioni di reflusso, eliminata quindi la causa del sovrappeso, si potrà intervenire con un’alimentazione mirata a velocizzare la digestione e soprattutto il tempo di transito degli alimenti nello stomaco.
In generale lipidi e sale rallentano questa fase ma non vanno assolutamente eliminati dalla dieta in quanto si potrebbe creare una carenza di qualche nutriente, vanno infatti (come ogni cosa) regolati e calcolati in base alla persona, alle sue caratteristiche ed alle sue abitudini di vita.
È invece possibile eliminare dalla propria dieta cibi piccanti ed alcool che tendono ad infiammare l’esofago a prescindere dal reflusso. Ma anche in questo caso, privarsene completamente non è sempre indispensabile e spesso non è un piacere (seppur la salute non ne risenta)!
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