Impariamo a conoscere, riconoscere e prevenire l’obesità infantile, una delle patologie con più rapida crescita nel nostro Paese.
Sembra assurdo parlare di obesità infantile nel Paese emblema della dieta mediterranea. Purtroppo la tendenza, in continua crescita, è quella di importare il modello alimentare americano.
L’Europa rappresenta la seconda macro-area per percentuali di bambini in età scolare in sovrappeso. All’interno dell’Europa l’Italia si posiziona stabilmente sul podio di questi tristi valori. Si stima infatti (dati OMS) che circa il 42% dei maschietti in età da scuola primaria sia in sovrappeso e che il 21% di questi sia oramai obeso! Le percentuali sono leggermente più basse per le femminucce ma comunque non si può parlare di dati incoraggianti.
Identifichiamo l’obesità infantile
Se nell’adulto possiamo individuare la tipologia di corporatura da calcoli su peso, altezza e circonferenze, basandoci magari sui dati BIA per identificare l’esatta composizione corporea, per i bambini non è lo stesso. Dalla nascita fino ai 18 anni ci si basa infatti su modelli chiamati percentili, schemi studiati e calcolati per indirizzare il bambino verso un peso adeguato che gli consenta, in base ad età ed altezza, il corretto sviluppo.
Ma cosa comporta questa condizione?
È fondamentale capire che uno stato di sovrappeso in un bambino ha due tipi di conseguenze: immediate e future.
- Fra le conseguenze immediate possiamo individuare difficoltà relazionali, scarsa autostima, poca energia e concentrazione, difficoltà motorie, difficoltà respiratorie, apnee notturne, problemi ortopedici o addirittura colesterolo e diabete già in età pediatrica.
- Fra le conseguenze future vediamo ancora problemi relazionali dovuti ad una scarsa socializzazione in età fondamentali per lo sviluppo sociale di un individuo. Ma possiamo trovare anche una predisposizione al sovrappeso, malattie circolatorie, predisposizione a ictus o altre patologie della sindrome metabolica, squilibri ormonali, ipertensione, ecc.
Le cause principali dell’obesità infantile
Spesso si tende a trovare delle scusanti alle condizioni di sovrappeso, sia nell’adulto che nel bambino. Nel caso dei genitori si cerca anche di auto-convincersi che la colpa sia esterna e non riconducibile ad errori. Si associa spesso il sovrappeso a fattori e predisposizioni genetiche, ad “ossatura grossa” o ad altri falsi miti; si giustifica anche il bambino e sé stessi adducendo la colpa alla scuola, all’impossibilità di cucinare perché si lavora, ecc.
Ma esaminiamo alcune delle principali cause di obesità infantile:
- Fattori genetici indotti
- Alimenti industriali
- Scarsa attività fisica
- Eccesso di tv, pc, smartphone, ecc
- Scarsa educazione alimentare
Fattori genetici indotti: Teoria della programmazione genetica
La predisposizione genetica tanto accusata dalle persone sovrappeso, non ha grandi fondamenta. Esiste tuttavia una predisposizione che si crea in gravidanza al nascituro verso il sovrappeso ed una seconda predisposizione che si crea dall’età pediatrica all’età adulta.
Esiste una teoria chiamata “programmazione genetica” secondo la quale l’alimentazione dei primi 1000 giorni di vita di un individuo sarebbero importanti per influenzare la sua composizione corporea. I 1000 giorni si iniziano a contare dal concepimento per poi contare i primi due anni di vita (9 mesi+ 2 anni). Durante questo periodo si ha la creazione dell’organismo e lo sviluppo di tutte quelle attività che daranno forma all’individuo vero e proprio. Diventa semplice pensare che l’alimentazione possa influenzare fin da subito un’intera vita. In un adulto, infatti, riesce ad influenzare le attività lavorative, la quantità di energia, lo stato fisico e mentale, ecc. Nei famosi primi 1000 giorni di vita l’alimentazione andrà ad influenzare lo sviluppo del metabolismo, la crescita neurologica, il sistema immunitario, fattori psicologici, ecc.
Ovviamente se nei primi due anni di vita, l’alimentazione è gestita dai genitori, durante i 9 mesi di gravidanza sarà l’alimentazione della madre stessa ad influenzare la crescita dell’embrione.
Sviluppo dall’età pediatrica all’età adulta
Una seconda predisposizione indotta, che porta il bambino a diventare un adulto sovrappeso/obeso, è conseguente alle cattive abitudini protratte, che siano alimentari o comportamentali come l’eccessiva sedentarietà. Ma questa seconda predisposizione è anche il frutto di un’errata alimentazione (per eccesso o per difetto) durante i suddetti 1000 giorni. Un’alimentazione errata porta infatti a sviluppi errati, fra questi troviamo un incremento eccessivo degli adipociti (le cellule di grasso) dovuto ad un’eccessiva assunzione proteica del neonato (il falso mito che i bambini più mangiano proteine e più crescono sani e forti). L’alterata proporzione fra gli adipociti e le altre cellule continuerà a crescere proporzionalmente, quindi le cellule adipose continueranno ad essere anche nell’adulto in numero superfluo.
Alimenti industriali
L’osservazione più banale che possiamo fare sul cosiddetto “junk food” (cibo spazzatura), è che se volessimo riempire due stomaci uguali, il primo con cibo sano ed il secondo con cibo spazzatura, il secondo avrebbe minimo il triplo dell’indice calorico rispetto a quello riempito con cibo sano.
Gli alimenti ultra-processati, oltre ad avere un maggiore apporto calorico ed un maggiore apporto di sale, conservanti ed in generale caratteristiche nutrizionali ben inferiori rispetto alle alternative sane, creano anche una dipendenza. Questa dipendenza, presente anche negli adulti, è amplificata nei bambini che possono rifiutare un pasto sano sapendo che riceveranno, per compensare questo breve digiuno, uno snack più gustoso.
Il discorso sull’industria alimentare è purtroppo complesso e lungo da affrontare. Si fonde con gli interessi miliardari di un mercato che bombarda i bambini di pubblicità rendendogli ancora più attraenti alimenti quali caramelle, cioccolata, patatine, bevande zuccherine, ecc. Un mercato che asseconda le necessità dei genitori super impegnati indirizzandoli verso determinati acquisti. Ma soprattutto, il suddetto mercato, influisce sulla non-informazione comune. Basti pensare a come siano evitate o rimandate realtà da tempo presenti in altri Paesi: ad esempio la sugar tax evitata per anni o le etichette dei valori nutrizionali monocolore e difficili da leggere. All’estero si utilizzano infatti le etichette a semaforo dove basta guardare il colore per capire quanto un alimento sia sano o meno.
Attività fisica
Un dato preoccupante (secondo le ultime informazioni messe a disposizione dall’OMS) è che in Italia oltre il 90% dei ragazzi fra gli 11 ed i 17 anni non svolge sufficiente attività fisica quotidiana.Ma, il dato ancora più preoccupante, è che
oltre il 60% delle mamme di bambini che compiono scarsa attività fisica ritiene invece che il proprio figlio ne svolga a sufficienza! (Fonte Ministero della Salute)
Permettere ai bambini di svolgere adeguato esercizio fisico fin dai primi anni di vita, consente non solo di prevenire un eccesso di peso, ma gli insegnerà anche uno stile di vita migliore che potrà esser seguito senza sforzi in età adulta.
Inoltre, cercando di introdurre l’attività fisica nella vita di un soggetto sedentario e sovrappeso, sarà ancora più difficile a causa delle difficoltà motorie con la frequente conseguenza di un abbandono dopo pochi giorni.
Educazione alimentare
L’educazione alimentare è un argomento che dovrebbe essere insegnato nelle scuole. A chiedere e questo non dovrebbero essere solo i bambini e le famiglie ma lo Stato stesso. Un’adeguata educazione alimentare permette una crescita sana e forte dell’individuo, permette anche di tramandare alla propria prole queste conoscenze. Una corretta alimentazione di massa permetterebbe di ridurre il numero di persone obese sul territorio nazionale.
In Italia si stima che le malattie direttamente legate al sovrappeso rappresentino il 9% della spesa annua del sistema sanitario. Per una persona sovrappeso la produttività sul lavoro cala drasticamente mentre sale il rischio di ammalarsi e quindi assentarsi. Si calcola che l’insieme delle persone sovrappeso, calcolando i costi del sistema sanitario e l’influenza negativa sul PIL, influiscano per una spesa media di 289€ di tasse supplementari annue su ogni cittadino.
(Dati OCSE)
Ritornando al nostro argomento, una corretta alimentazione parte dalle prime pappe. In questa fase, se i genitori si sono già preoccupati di preparare un pasto sano e adeguato, agli stessi genitori spetterà anche il compito di insegnare ai propri figli il valore di un pasto. Un pasto industriale e particolarmente appetibile ad esempio, può trasformare il valore di un pasto da fonte di nutrizione a pasto unicamente di piacere, valore che potrebbe protrarsi negli anni.
Sempre più spesso si vedono bambini consumare i propri pasti di fronte ad uno schermo, che sia una TV o uno smartphone. Questo distoglierà l’attenzione del bambino dal pasto. Il bambino non sentirà la fame o la sazietà ed ingoierà il cibo per inerzia senza impararne il valore che dovrebbe conservare per tutto l’arco della sua vita.
Con che probabilità i bambini resteranno obesi dopo la pubertà?
Un bambino sovrappeso non sarà matematicamente un adulto sovrappeso. Ma, altrettanto matematicamente, un bambino sovrappeso sarà più probabilmente un adulto sovrappeso!
Un bambino sovrappeso/obeso di 5 anni ha una probabilità di diventare un adulto sovrappeso/obeso del 30% circa. Il rischio sale al 35% per un bambino di 10 anni, al 50% per un ragazzo di 15 anni e si arriva al 70% di rischio di conservare la condizione di sovrappeso/obesità per un ragazzo di 18 anni già sovrappeso.
È pertanto indispensabile intervenire fin da subito qualora il sovrappeso sia già presente!
A chi spetta riconoscere lo stato di sovrappeso/obesità infantile?
Neonati, bambini ed adolescenti vengono seguiti dal pediatra che in quanto loro “supervisore medico” dovrebbe avere un ruolo importante. Purtroppo i pediatri tendono spesso a trascurare l’eccessiva crescita ponderale mentre si curano di più della malnutrizione per difetto.
Un’altra realtà che si ripete troppo spesso, vede il pediatra, che avrebbe il compito di istruire i genitori sulla corretta crescita del bambino, cercare di convincere i genitori sulla realtà dei fatti ovvero che il bambino è sovrappeso.
Sì perché è stato calcolato che oltre il 50% delle mamme di bambini sovrappeso ed il 12% di mamme di bambini obesi vedono i propri figli in normopeso! Queste percentuali salgono se si considerano solo i genitori a loro volta sovrappeso od obesi.
Purtroppo i genitori che si recano presso centri adatti a risolvere le condizioni di sovrappeso, che siano strutture pubbliche o private, sono ancora pochi. Troppo spesso questi genitori iniziano un percorso alimentare come tentativo di cura ad una situazione di obesità infantile grave o a patologie conseguenti al sovrappeso.
Occorre quindi “stare a dieta” fin da piccoli?
Assolutamente no! I bambini hanno bisogno di energia e nutrienti per crescere, giocare e studiare.
È quindi più che mai importante seguire il principio di “Non meno… ma meglio!“.
Fornirgli continui ed inadeguati spuntini, a scuola o durante il pomeriggio, non farà altro che aumentare il lavoro dell’organismo (causandogli stanchezza) e procurandogli ulteriore fame. Merendine e snack ricchi di zuccheri creano un picco glicemico che per essere smaltito richiederà molta insulina. Gli zuccheri nel sangue caleranno alla stessa velocità con la quale sono stati introdotti e con loro calerà il senso di sazietà.
Accorgimenti per prevenire o risolvere l’obesità infantile
Come possiamo capire, l’obesità infantile è un complesso insieme di fattori difficilmente identificabili e che spesso lavorano in sinergia (negativa!) fra loro. Pochi accorgimenti possono influenzare notevolmente la crescita e la vita futura dei nostri bambini.
- La merendina è pratica e veloce, ma una torta sana e fatta in casa richiede poco tempo di preparazione e può esser consumata per più giorni.
- Un fresco gelato sembra l’ideale nei pomeriggi estivi ma uno yogurt può essere altrettanto piacevole.
- Un frutto fresco o una fettina di pane tostato con un po’ di marmellata possono essere dei piacevoli snack.
- Qualche noce o mandorla può risultare un nutriente spezza-fame.
- Utilizzare piatti più piccoli appagherà più facilmente il senso psicologico di sazietà.
- Un estratto di frutta o una spremuta d’arance sarà sicuramente più salutare di un succo confezionato.
- Ridurre le quantità di condimenti e ridurre la scelta a pochi prodotti essenziali.
- Arricchire ogni pasto di verdure.
- Non saltare i pasti principali, consumare uno spuntino a metà mattinata e metà pomeriggio ma evitare ulteriori pasti fuori orario.
- Non cedere a richieste di bis o a capricci su piatti che non piacciono.
Una corretta alimentazione dev’essere sempre accompagnata da almeno un’ora al giorno di attività fisica moderata o intensa.
Questi sono piccoli consigli che potranno essere integrati da ulteriori e più approfonditi suggerimenti da parte di un medico o di un nutrizionista; rappresentano tuttavia uno spunto per capire se, come genitori, stiamo seguendo la giusta direzione.
Un bambino che segue una corretta alimentazione è un bambino che cresce sano, che studia con più facilità, si ammala meno ed ha una vita sociale più intensa… un bambino così avrà sicuramente un futuro più promettente!