Sempre più spesso sentiamo parlare di dieta chetogenica, tanto che potrebbe sembrare una delle tante diete “di moda” proposta da chissà quale rivista o blog. Ma in questo caso, se è vero che è così largamente diffusa, la dieta chetogenica è anche basata su princìpi scientifici ben fondati e presenta numerosi benefici.
Il vero male della larga diffusione della dieta chetogenica è che come ogni “moda” viene proposta da chiunque, senza criterio e senza le dovute conoscenze che vanno ben oltre gli studi di base sull’alimentazione.
Normalmente proposta per i dimagrimenti rapidi e focalizzati alla perdita di massa grassa, questo protocollo alimentare si basa sull’induzione dell’organismo alla chetosi, ovvero alla formazione dei corpi chetonici.
L’elaborazione di questo piano alimentare risulta spesso molto complessa, questi i principali motivi:
- I nutrienti devono esser distribuiti e calcolati in maniera totalmente differente dai normali piani alimentari a prescindere da che si parli di chetogenica iperlipidica, iperproteica, normoproteica, ipoproteica, ecc.
- Abituando l’organismo ad una dieta insolita dal punto di vista della suddivisione dei macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati) al fine di indurre la chetosi, è difficile riportarlo ad una più classica corretta alimentazione. La fase di “uscita” dalla chetosi, infatti, è spesso oggetto di dibattito fra le comunità scientifiche.
- Una difficoltà importante riguardo la dieta chetogenica è la sua relativamente recente approvazione da parte dei nutrizionisti. I corpi chetonici venivano in passato associati a condizioni patologiche e solo studi più moderni hanno potuto evidenziare le differenze fra i corpi chetonici prodotti ad esempio durante il diabete di tipo 1 e la chetosi controllata dai regimi dietetici.
Le notizie riportate su ogni rivista o blog di settore ci ricordano quindi che la dieta chetogenica è ottima nell’indurre l’organismo all’utilizzo delle proprie riserve energetiche favorendo quindi un dimagrimento rapido e sano.
Ma l’obiettivo di un nutrizionista dev’essere quello, come per un medico, di portare benessere ai propri pazienti!
La rapida perdita di peso rappresenta spesso una vera cura per numerose patologie, ma eminenti ricercatori hanno approfondito i benefici della dieta chetogenica associandole ben altre proprietà!
È stato provato infatti che la dieta chetogenica rappresenta una vera terapia in numerosi disturbi neurologici!
La ricerca sottolinea che dieta ed alimentazione possono influenzare la funzionalità cerebrale (come per tutti gli altri organi e tessuti) agendo ovviamente sul metabolismo cellulare dei tessuti nervosi. I riscontri si hanno su numerose patologie quali:
- depressione
- emicrania
- epilessia
- traumi cerebrali
- Alzheimer
- Parkinson
- autismo
- tumori cerebrali
- disturbi del sonno
- SLA
Le più moderne ricerche attribuiscono sempre maggiore importanza all’alimentazione ed alla dietoterapia nei trattamenti delle malattie del sistema nervoso.
In particolare è oramai comprovata l’efficacia dell’alimentazione nel riequilibrio della disponibilità bioenergetica delle cellule nervose ed in particolare nel trattamento delle disfunzioni dei loro mitocondri. Queste disfunzioni rappresentano una delle principali cause di morte neuronale nelle malattie neurodegenerative.
Senza avere la presunzione di addentrarmi in campi troppo delicati, ho ritenuto opportuno proporre questo articolo in seguito alle mie esperienze positive nel trattamento dell’emicrania. Disturbo, quest’ultimo, molto comune che rappresenta una malattia invalidante per chi ne soffre cronicamente.
Dieta chetogenica ed emicrania
Gli studi hanno dimostrato come i corpi chetonici possano influenzare i neurotrasmettitori inibitori ed eccitatori del cervello. Proteggono inoltre i tessuti nervosi dalle infiammazioni e dallo stress ossidativo generato dai radicali liberi.
Più in generale, i chetoni hanno funzione plastica e protettiva sui neuroni, oltre che funzioni regolative su numerosi neurotrasmettitori.
Studi dimostrano anche come l’emicrania sia associata a disfunzioni cardiovascolari e cerebrovascolari. A conferma di ciò è stato dimostrato come l’emicrania (in particolare le forme con aura e le forme croniche) sia strettamente collegata alla sindrome metabolica attraverso un disturbo comune: l’insulino-resistenza! I soggetti emicranici risultano infatti più inclini allo sviluppo dell’insulinoresistenza ed a livelli di cortisolo incostanti. Si avranno così ripercussioni sul metabolismo glucidico cellulare, in particolare a livello neuronale. Maggiore sarà l’entità dell’insulino-resistenza, maggiore sarà la severità dell’emicrania!
Ovviamente, considerato lo stretto rapporto fra emicrania e sindrome metabolica, l’emicrania risulta legata anche alle patologie scatenanti tale sindrome (diabete, colesterolo, obesità, infiammazione, ecc)
Come sempre si cerca di intervenire farmacologicamente innescando così un circolo vizioso:
Intervenendo sul metabolismo cellulare è invece possibile ristabilire la normale funzionalità neuronale!
La dieta chetogenica risulta particolarmente adatta a queste condizioni, oltre che per le già citate proprietà protettive sui neuroni, per l’elevata efficacia nel trattamento della sindrome metabolica e dell’obesità, andando quindi ad interrompere quel circolo vizioso che i farmaci possono solo aggravare.
Occorre ricordare che i regimi chetogenici devono essere considerati una vera e propria terapia con indicazioni e controindicazioni. Pertanto occorre rigorosamente esser seguiti da uno specialista.
Come posso iniziare la dieta chetogenica?