L’acne è la più comune malattia della pelle ed arriva a colpire dall’80 al 95% di tutti gli adolescenti.
Le cause della sua comparsa non sono sempre ben chiare e viene solitamente considerata una malattia infiammatoria, ormonale, psicosomatica ed infettiva. Ma l’acne risulta in ogni caso:
Un’infiammazione cronica delle ghiandole sebacee associata ad ipercheratosi e ipersecrezione sebacea.
Come viene curata l’acne?
L’approccio per la risoluzione di questa patologia, da parte del medico dermatologo, è come sempre di tipo farmacologico. Vengono solitamente impiegati farmaci antibiotici, antinfiammatori, anticoncezionali (per il blocco ormonale dell’ovulazione) e di un farmaco che agisce sulla sintesi del DNA riducendo la proliferazione delle cellule che producono sebo.
Come sempre l’impiego di numerosi farmaci crea un ulteriore squilibrio nell’organismo con conseguente comparsa di nuovi disturbi ed il ripresentarsi della patologia curata quando si interrompe il trattamento.
L’approccio alimentare
Seppur trascurato e quasi sempre considerato secondario dai medici, l’approccio di una terapia alimentare per la cura dell’acne è da sempre conosciuto ed oggi anche scientificamente sostenuto.
È oramai evidente che alla base dell’acne ci sia:
- Eccesso di carboidrati e cibi ad alto indice glicemico (ad es. pane o patate)
- Eccesso di latte e latticini
- Acidi grassi saturi e trans
- Sbilanciamento degli Omega 3/6
- Disbiosi intestinale
Acne e resistenza insulinica
Quella acneica è una delle tre patologie più fortemente associate a resistenza insulinica ed alle sue conseguenze metaboliche e immunologiche.
Sempre più lavori rilevano elevati valori di insulina e glucosio nel sangue dei pazienti acneici, segnali inequivocabili di insulino-resistenza.
Nelle giovani adolescenti il legame è profondo e da ricercare nell’iperandrogenismo dovuto alla PCOS (Sindrome dell’Ovaio Policistico) che ha fra le conseguenze le fastidiose eruzioni cutanee e come causa principale l’insulino-resistenza.
Dieta e stile di vita occidentale
Fra i numerosi studi oramai affermati, alcuni evidenziano come le abitudini occidentali, quindi il consumo di carboidrati e prodotti lattiero-caseari, favoriscano l’insorgere dell’acne.
Queste molecole creano un’eccessiva produzione di mTORC, una molecola implicata nell’insorgere dell’acne e dell’insulino-resistenza (oltre che legata a malattie ben più gravi quali obesità, diabete e cancro), i cui derivati stimolano inoltre la produzione di sebo.
I suddetti studi mettono a confronto la dieta occidentale con la dieta paleolitica (ovvero senza cereali, latte e prodotti lattiero-caseari) tipica di alcune popolazioni dove risultano assenti le eruzioni cutanee acneiche.
Una dieta a basso carico glicemico si rende utile nel ridurre l’infiammazione e le dimensioni delle ghiandole sebacee influenzando positivamente il decorso clinico della malattia.
Acne e Disbiosi intestinale
L’acne spesso si associa a disturbi gastro-intestinali come costipazione, reflusso, alitosi e alla sindrome dell’intestino permeabile.
Molti studi dimostrano infatti che il 50% dei pazienti acneici presentano disbiosi.
Fra le numerose cause di disbiosi troviamo i farmaci, è facile capire quindi che trattare l’acne con un farmaco non avrà conseguenze positive.
A riprova di questo legame troviamo uno studio di 90 anni fa!
Questo studio osservava che il 40% dei pazienti acneici presentava ipocloridia. Solo pochi anni fa è stato però confermato che l’ipocloridia rappresenta un significativo fattore di rischio per il manifestarsi della SIBO.
Microbiota: dall’intestino alla pelle
La connessione tra malattie dell’intestino e della pelle è oramai accertata ed accettata da tutti i dermatologi.
Oltre che in numerosi altri meccanismi e patologie, il microbiota intestinale ha influenza sulla produzione e sulla composizione del sebo con conseguente formazione di acne.
Essendo questo argomento oggetto dei più recenti studi, con conseguente divulgazione di informazioni, molti medici, nutrizionisti o gli stessi pazienti in autonomia si limitano ad assumere probiotici o a migliorare la qualità dell’alimentazione.
Per quanto questo sia in ogni caso benefico non risulta comunque sufficiente a curare un’alterazione che dall’interno del nostro organismo si è diffusa fino alla pelle. Occorre infatti un piano alimentare ben strutturato e personalizzato che ad oggi pochi medici o nutrizionisti riescono a redarre.
Quello che la pelle mostra è solo un sintomo di una condizione che dev’essere curata dall’interno.
Per questo, dermatologi e nutrizionisti dovrebbero lavorare in sinergia così da intervenire tanto sulla manifestazione cutanea dell’acne quanto sulle sue origini di malattia sistemica che trovano enorme beneficio da un intervento alimentare mirato.