La mia recente tesi di specializzazione presso l’Istituto Nazionale Tumori “G. Pascale”, e vicissitudini personali, mi hanno spinto ad osservazioni sull’argomento. In seguito al triste aumento di casi di tumore, la comunità scientifica risponde con una continua sperimentazione e grandi ricerche su nuove cure antitumorali. Tuttavia è ancora troppo sottovalutata l’importanza dell’alimentazione e della dietoterapia nei pazienti oncologici ed in chemioterapia.
Questo articolo ha quindi la presunzione di essere lo spunto per maggiori e più approfondite informazioni per tutte quelle persone che si trovano a dover cercare questi argomenti online per sé stesse, per un parente o per un amico. Spero quindi, come sempre nel mio piccolo, di poter essere un contributo nel lungo percorso di guarigione di tante, troppe persone.
La malnutrizione nel paziente oncologico
Malgrado sia oramai scientificamente provato che la malnutrizione è una condizione molto frequente tra i pazienti oncologici, in particolar modo nei pazienti con uno stadio di malattia avanzato ed in chemioterapia, l’alimentazione risulta ancora una terapia marginale e secondaria. Eppure gli studi evidenziano che in questi pazienti la malnutrizione rappresenta una delle principali cause di decesso.
La perdita di peso nei pazienti è dovuta a un insieme di fattori tra cui:
- Localizzazione della massa tumorale
- Alterazioni metaboliche causate dal tumore stesso
- Conseguenze dei trattamenti antitumorali (ulcere, malassorbimento, nausea, vomito, etc.)
- Infiammazione sistemica
- Impatto psicologico del paziente dopo la diagnosi.
Senza argomentare questo elenco, sicuramente meglio esposto dagli oncologi delle strutture dedicate, vorrei passare subito all’argomentazione dell’immediata necessità di intervento.
Associare subito chemioterapia e dietoterapia
Quando perdita di peso o eventuali alterazioni metaboliche vengono protratte nel tempo, il paziente va incontro ad uno stato nutrizionale deficitario e irreversibile chiamato cachessia neoplastica. Questa condizione, piuttosto frequente, impatta negativamente sulla prognosi clinica, sulla qualità di vita e sulla tossicità del trattamento antitumorale.
Per non entrare in discorsi troppo tecnici e scientifici, difficilmente comprensibili, possiamo dire che una delle prime evidenze della malnutrizione sia la perdita di massa muscolare. Stanchezza ed affaticamento incidono sulla qualità della vita quotidiana più di quanto si possa immaginare, affrontare con determinazione la chemioterapia non sarà sufficiente ad affrontare la routine pre-terapica. Andare al lavoro, fare sport, fare la spesa o le faccende domestiche diventa più difficile se non impossibile e questo probabilmente inciderà sull’umore con conseguenze sul modo di affrontare il percorso clinico.
Alterazioni della composizione corporea (ovviamente la perdita di massa muscolare è fra queste) portano ad un dosaggio imperfetto dei farmaci antitumorali e quindi ad una maggiore tossicità del trattamento. Questa tossicità genera una risposta negativa dell’organismo e richiede che i medici interrompano momentaneamente le terapie con conseguente progressione della massa tumorale.
Questo è solo un riassunto semplificato dei molti processi che entrano in gioco in questi squilibri, ma l’articolo dev’essere un punto di prima informazione e non una pubblicazione scientifica.
Possiamo prevenire tutto questo, a patto che l’intervento nutrizionale sia il più tempestivo possibile!
Cosa fare quindi?
Tutti i pazienti dovrebbero ricevere una valutazione dello stato nutrizionale fin dal primo incontro del percorso diagnostico-terapeutico ed essere quindi seguiti per tutto l’iter. Questo permetterebbe di essere supportati adeguatamente nelle varie fasi della malattia.
Molte volte, per disinformazione o per sovraccarico delle strutture pubbliche, il percorso alimentare non inizia di pari passo con quello farmacologico o addirittura non viene affatto integrato.
Qualora non sia possibile esser seguiti in una struttura pubblica, o si preferisce avere a disposizione uno specialista, ci si può rivolgere agli studi privati con particolare attenzione nella selezione della figura professionale. Il nutrizionista, seguirà il paziente andando a visionarne anamnesi, storia clinica ed esami ematochimici.
Inoltre monitorerà il suo stato nutrizionale tramite:
- Misurazioni antropometriche: peso, altezza e BMI
- Valutazione della perdita di peso negli ultimi 3 mesi
- Esame bioimpedenziometrico (valutazione della composizione corporea)
Solo così il professionista avrà tutti gli strumenti per intervenire con un piano alimentare personalizzato che porterà il paziente al raggiungimento di uno stato nutrizionale ottimale. Lo stesso stato nutrizionale che consentirà al paziente di affrontare nel migliore dei modi il suo percorso clinico.
Obiettivi dell’intervento nutrizionale
A questo punto spero sia chiaro quanto sia fondamentale l’alimentazione in tutte le fasi della patologia oncologica. Ma vediamo quali sono le fasi della terapia alimentare.
PRE-TERAPIA ANTITUMORALE:
L’obiettivo dell’intervento nutrizionale in questa fase è quello di predisporre il paziente in uno stato nutrizionale ottimale per affrontare le terapie. Sarà quindi importante:
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- raggiungere o mantenere il peso corporeo ideale
- aumentare la massa muscolare (magari associando alimentazione ed attività fisica)
- regolare la motilità intestinale
- seguire una specifica alimentazione antinfiammatoria.
DURANTE LA TERAPIA ANTITUMORALE:
In questa fase molto delicata possono insorgere disturbi quali calo dell’appetito, nausea, vomito, mucositi, malassorbimento, ecc. Avendo già provveduto al raggiungimento del peso ideale ed al mantenimento della massa muscolare, l’intervento nutrizionale dovrà correggere eventuali deficit in atto e migliorare la qualità della vita del paziente riducendo i sintomi della terapia farmacologica.
POST-TERAPIA ANTITUMORALE:
Una volta terminati i trattamenti, l’obbiettivo a lungo termine è quello del recupero o del mantenimento del peso ideale e della corretta composizione corporea (percentuali di massa magra e di massa grassa). Molti studi scientifici dimostrano infatti che il rischio di recidiva è superiore nei pazienti sovrappeso/obesi con elevati livelli di infiammazione sistemica, ma il recupero del deficit nutrizionale è fondamentale tanto quanto il problema opposto.
La Nutrizione è un valore essenziale nella prevenzione e un valore aggiunto nella terapia oncologica
Volevo avere informazioni su una prenotazione nutrizionale per una persona oncologica